
Brucaliffo

Cigno
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Questa città è antica senza antichità, raccolta senza intimità e sudicia oltre ogni limite. È costruita su una roccia, ai piedi di un anfiteatro di montagne che quasi abbracciano il più bello dei golfi. I genovesi hanno ricevuto dalla natura il porto migliore e più sicuro. Vista dal mare, specialmente verso sera, la città sembra più bella. Giace sulla riva come lo scheletro imbiancato di un animale gigantesco vomitato dal mare. Formiche nere che si chiamano genovesi vi strisciano sopra, onde azzurre lo bagnano ed il loro sciacquio sembra una ninna nanna. La luna, occhio pallido della notte guarda dall'alto, malinconica.
Dal molo e dal porto di questa città di Genova possono uscire insieme in mare ottanta o cento navi, con dieci o dodici carrache, per andare a mercanteggiare o a conquistare terre fino in Grecia, in Turchia, in Terrasanta ed ovunque per il mondo. E in passato, come ho appreso dalle parole e dalle informazioni di alcuni mercanti e di altri genovesi degni di fede e come ho letto negli annali delle loro gesta, questi genovesi con potenti flotte seppero prendere Gerusalemme, Antiochia, Negroponte, Metellino, Modone con Candia e Chio, che ancora occupano, con molte altre isole e paesi della Grecia e dell'Oltremare e più volte assediarono Venezia, ridotta alla ragione. In conclusione l'abilità nautica di Genova è tenuta in tale reputazione e stima in tutto il mondo che i genovesi sono detti signori del mare.
- Jean D'Auton, descrizione di Genova, 1502 -
Preferisco Genova a tutte le città che ho abitato. Mi ci sento perduto e familiare, piccolo e straniero. Ha una distesa di cupole, di monti calvi, di mare, di fumi, di neri fogliami, di tetti rosa e quella lanterna, così alta ed elegante, e meandri popolosi, labirinti affollati le cui viuzze salgono, scendono, si intersecano improvvisamente, sbucano sulla veduta del porto. Genova, una città piena di sorprese, di porte scolpite in marmo, ardesia, casse, formaggi, scale, biancheria al posto del cielo, cancellate, bizzarro dialetto dal suono nasale e irritante, dalle abbreviazioni strane. Vocaboli arabi o turchi. Mentre Firenze si contempla e Roma sogna e Venezia si lascia vedere, Genova si fa e rifà.
- Paul Valéry -